E’ ignota la data di fondazione di questo ex casale di Corleto Monforte. È certo però che, verso la fine dell'anno mille, fu costruito un convento dai Benedettini distante un miglio a sud dalla località oggi chiamata Piano, con accanto la chiesa di S. Venere. I corletani, che possedevano terreni in quelle zone e trovavano disagevole percorrere ogni giorno la distanza intercorrente tra l'abitato e i loro poderi, iniziarono a costruire intorno al convento dei Benedettini degli insediamenti. Le abitazioni divennero sempre più numerose finché non sorse un vero e proprio agglomerato che fu chiamato Roscigno poiché nella zona abbondavano gli usignoli, in latino luscinia. Nel 1902-1908, in seguito a leggi speciali sui paesi franosi, gli abitanti di Roscigno furono costretti ad abbandonare Roscigno Vecchia per trasferirsi nel nuovo centro sito a pochi chilometri più a monte.
Cosa vedere: Parte degli interessantissimi reperti, rinvenuti sul monte pruno, sono oggi visibili nel museo archeologico di roscigno, ubicato nell’aula del Municipio, sulla sinistra di chi entra. Nel museo, con annesso laboratorio di restauro, sono esposti alcuni significati oggetti, ritrovati sul Monte Pruno. A poche decine di metri dal municipio, la chiesa di San Nicola di Bari, in Roscigno Nuova, ospita un Museo Sacro, con opere di grande interessa, appartenuta alla più antica e omonima chiesa. Vi si segnalano, soprattutto per il loro notevole valore, il dipinto su tavola della seconda meta del sedicesimo secolo, che ritrae l’Eterno padre col Cristo Crocifisso e Santi;tre splendide sculture quattrocentesche, raffiguranti la Vergine di Costantinopoli e i SS. Cirillo e Metodio, una scultura di San Nicola del XIV secolo.Scendendo verso il vecchio borgo di Roscigno, ci si imbatte nell’antica cappella della Madonna dei Martiri, attigua all’attuale Cimitero, con la scultura murata della Vergine dei Fichi .Poco oltre si estende Roscigno Vecchia. Ad un secolo di distanza dall’esodo, il fascino deserto dei luoghi e la struttura del paese, rimasta pressoché intatta, ne hanno accresciuto la suggestione. La piazza, con la fontana circolare e le più antiche vasche sottostanti, si presenta come un raro scritto urbanistico: chiusa tra un antico olmo, le case in pietra e l’antica chiesa di San Nicola di Bari, ricostruita entro il 1770, distrutta da un incendio appena quattro anni dopo e, ancora una volta, pietrificata.
Roscigno Vecchia, patrimonio mondiale dell’UNESCO, offre anche la possibilità di visitare l’interessante Museo della Civiltà Contadina e pastorale, nel quale si espongono quegli oggetti che testimoniano l’antichissimo legame dei roscignesi con la terra dei sui cicli stagionali